Pensare consapevolmente non può prescindere dal sentire, dal percepire e dal concepire. Il pensiero è molto di più delle sensazioni, ma non può nascere a prescindere da esse.
Mi occupo di integrazione mente corpo da 20 anni e continuo a sostenere che ogni evento umano è sempre psicofisico.
Il nostro modo di essere (mostrarsi e costruire modelli di significato) e di funzionare - in relazione- come umani, è determinato da un continuo movimento/contatto tra molteplici sistemi interni ed eterni al nostro organismo. Il proprio ambiente culturale, ovviamente, non vi è escluso.
E’ questo movimento circolare che determina la interconnessione tra le parti e tra i sistemi (cervello-corpo-cervello), forma l’identità e organizza la personalità.
L'interruzione del meccanismo integrativo pone in primo piano l'individuo, ovvero il processo integrativo stesso.
Il Trauma può rappresentare l'evento predittivo, per eccellenza, di una disintegrazione o di una interruzione tra i sistemi.
Ma non sono solo gli effetti degli eventi traumatici che disconnettono; un deficit nella regolazione emotiva, è anch'esso un fenomeno di mancata integrazione. E’ sempre il corpo che mostra, a vari livelli, una disconnessione, e la mente diviene un modo di essere del corpo. Le capacità cognitive superiori, di riflessione, di consapevolezza del momento presente, vengono meno. I sintomi somatici di allarme improvviso o, al contrario, di totale anestesia fisica ed emotiva prevalgono sulla propria esistenza. I pensieri possono divenire “contaminati” dalla paura, o al contrario essere disconnessi dalle memorie traumatiche.
Fonti
Commento su “Come in una bolla. La complessità di un disturbo Borderline” (P. Foggetti 2013), Rivista Psicobiettivo, 1, Franco Angeli Editore
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