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    • Paola Foggetti
      • 1 lug 2018
      • Tempo di lettura: 1 min

    La nostalgia


    al greco ‘nostos’: ritorno e ‘algos’: dolore, il dolore del ritorno. Da sempre al termine nostalgia viene attribuito un significato e un'accezione negativa, di profondo struggimento, di disillusione e perdita.

    L'esperienza della nostalgia può, invece, essere vissuta come una risorsa personale.

    La nostalgia è un'emozione che potremmo definire sinestesica, poiché coinvolge tutti i nostri sensi. È un'emozione complessa che comprende tristezza e un senso di appagamento. Ricordare e provare nostalgia è il segno di un vissuto intenso e pieno di emozioni, di odori, sensazioni, percezioni.

    La caratteristica sinestesica di un ricordo nostalgico ci fa comprendere quanto quel momento vissuto sia stato inebriante, coinvolgente, colmo di sentimenti, significativo e speciale nella nostra vita.

    Vivere momenti di nostalgia può rassicurarci nei momenti di solitudine.

    Vivere momenti di nostalgia ci ricorda di aver vissuto momenti presenti e quindi, ci offre oggi la possibilità di conservare un passato lieto e di averne cura.

    Vivere momenti di nostalgia ci dà la possibilità di ampliare i nostri orizzonti, imparando dalle esperienze passate.

    Vivere momenti di nostalgia ci offre un'altra possibilità di vivere intensamente il nostro presente per ricordare, domani, altre forme di appagamento.

    L'accettazione del tempo trascorso permette di utilizzare i ricordi nostalgici in nuove forme creative nel momento presente.

    Quindi la nostalgia può aiutarci ad orientarci nei momenti di vita difficili e potenzialmente stressanti.

    Diversi studi hanno evidenziato il fattore protettivo dei ricordi nostalgici.

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    • Paola Foggetti
      • 1 lug 2018
      • Tempo di lettura: 2 min

    Le esperienze sensoriali


    Sappiamo che gli esseri umani hanno cinque modalità sensoriali: l’olfatto, l’udito, il tatto, il gusto e la vista. I loro sensori si chiamano esterocettivi. Ma sappiamo anche che questi sensi non sono l’unica fonte di stimolo che orienta il comportamento, le emozioni e i pensieri. Dobbiamo tener conto della vastità di informazioni che arrivano al cervello attraverso molteplici sensori presenti all’interno del nostro organismo. Queste sensazioni interne, ulteriori, forniscono importanti informazioni per la regolazione fisiologica. La psicofisiologia descrive questa modalità sensoriale come interocezione. L’interocezione gestisce i processi somatici e, come altri sistemi sensoriali, presenta quattro componenti: 1. I sensori (interocettori) che si trovano in diversi organi interni (nel cuore, nel fegato, nello stomaco, nell’intestino etc..), per “sentire” le condizioni interne; 2.le vie sensoriali che inviano le informazioni sensoriali al cervello; 3. le strutture cerebrali che interpretano tali informazioni e organizzano risposte per l’adattamento delle condizioni interne; 4. le vie motorie che comunicano dal cervello agli organi interni per cambiare lo stato dell’intero organismo. Le strutture cerebrali valutano, quindi, l’informazione interocettiva, la catalogano, la associano con le altre informazioni sensoriali e immagazzizano le associazioni nella memoria precedurale. Questa consapevolezza funzionale, che ingloba dimensioni consce e inconsce, di quello che sta succedendo nel nostro corpo, sono di fondamentale importanza per comprendere lo stato di attivazione (arousal) dell’organismo e trovare una modalità di regolazione. Questa capacità primaria, molto sviluppata nel neonato, in età adulta non si perderebbe da un punto di vista fisiologico, ma culturalmente, tenderebbe ad essere confusa o inglobata dalle funzioni cognitive superiori. Recuperare e integrare le capacità innate psicoficologiche di regolazione rappresenta un processo fondamentale per la salute e il benessere .

    Foto by Carlo Corti

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    • Paola Foggetti
      • 1 lug 2018
      • Tempo di lettura: 1 min

    Integrazione mente corpo


    Pensare consapevolmente non può prescindere dal sentire, dal percepire e dal concepire. Il pensiero è molto di più delle sensazioni, ma non può nascere a prescindere da esse.

    Mi occupo di integrazione mente corpo da 20 anni e continuo a sostenere che ogni evento umano è sempre psicofisico.

    Il nostro modo di essere (mostrarsi e costruire modelli di significato) e di funzionare - in relazione- come umani, è determinato da un continuo movimento/contatto tra molteplici sistemi interni ed eterni al nostro organismo. Il proprio ambiente culturale, ovviamente, non vi è escluso.

    E’ questo movimento circolare che determina la interconnessione tra le parti e tra i sistemi (cervello-corpo-cervello), forma l’identità e organizza la personalità.

    L'interruzione del meccanismo integrativo pone in primo piano l'individuo, ovvero il processo integrativo stesso.

    Il Trauma può rappresentare l'evento predittivo, per eccellenza, di una disintegrazione o di una interruzione tra i sistemi.

    Ma non sono solo gli effetti degli eventi traumatici che disconnettono; un deficit nella regolazione emotiva, è anch'esso un fenomeno di mancata integrazione. E’ sempre il corpo che mostra, a vari livelli, una disconnessione, e la mente diviene un modo di essere del corpo. Le capacità cognitive superiori, di riflessione, di consapevolezza del momento presente, vengono meno. I sintomi somatici di allarme improvviso o, al contrario, di totale anestesia fisica ed emotiva prevalgono sulla propria esistenza. I pensieri possono divenire “contaminati” dalla paura, o al contrario essere disconnessi dalle memorie traumatiche.

    Fonti

    Commento su “Come in una bolla. La complessità di un disturbo Borderline” (P. Foggetti 2013), Rivista Psicobiettivo, 1, Franco Angeli Editore


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    Paola Foggetti:
    Psicologa clinica, psicoterapeuta

     

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