top of page
  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 11 mar 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

ree

Da lunedì 9 marzo c.m., causa emergenza contagio del Coronavirus, ho proposto ai miei pazienti di continuare le sedute di psicoterapia e sostegno psicologico tramite Skype o in video chiamata.


La proposta è stata accettata e da alcuni anche con sollievo .

Sappiamo bene noi psicoloterapeuti quanto sia diverso e difficile fare psicoterapia attraverso uno schermo, viene a mancare il contatto diretto, è in primo piano la distanza relazionale e fisica, è più complicato cogliere espressioni, lievi cambiamenti del tono della voce, movimenti del corpo e della postura. Risulta essere, almeno per me, anche più faticoso.


In qualche modo, tutta la comunicazione è filtrata dalla distanza fisica.

Inoltre, non poter condividere lo stesso spazio comune, conosciuto e sicuro, fa la differenza, può far percepire ancora di più la distanza.

Ma si può fare.

Si possono attenuare queste difficoltà parlandone, affrontandole durante le sedute. Allora il distacco sembra diminuire.

"Immaginiamo di essere insieme nello stesso luogo", se il tono della voce non arriva bene, se non si vede bene dal video un'espressione, diciamolo, in alcuni momenti può essere anche "divertente".


È fondamentale considerare la motivazione per cui si fanno certe scelte congiunte e, in questo momento, rappresentano una buona scelta consapevole e di responsabilità.

Fare psicoterapia online, da un punto di vista logistico, può comportare delle difficoltà oggettive. Alcuni miei pazienti mi hanno detto: " E dove mi metto? In casa non ho privacy ! " ma poi hanno trovato la soluzione .

Dobbiamo avere pazienza tutti, mettiamo in atto le nostre capacità adattative per fronteggiare le novità e le emergenze che la vita ci presenta. Così ci sentiremo più sicuri, con maggior senso di padronanza, meno in balia degli eventi.

  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 10 mar 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

ree

Siamo impreparati, smarriti, spaventati ma possiamo imparare a gestire una situazione assolutamente nuova per la nostra epoca.

Impariamo a proteggere noi stessi, i nostri figli, la nostra comunità.

Sviluppiamo nuove competenze, psicobiologiche e sociali.

La protezione è importante, accogliamola.

Se abbiamo bisogno di protezione, non è una vergogna.

Quando la vita ci presenta nuovi scenari, abbiamo potenzialità biologiche per imparare ad adattarci in modo evolutivo.

L'adattamento riguarda tutti i sistemi: psicobiologici, sociali, economici...

In questo momento la giusta protezione può essere una spinta valida a un buon adattamento.

Accogliamo la protezione rispettando le restrizioni, le regole, e impegnandoci a dirigere i nostri pensieri e le nostre azioni verso mète positive e di sollievo.

In questo modo, la paura e la preoccupazione possono essere contenute.

Non giudichiamo la propria fragilità e non smettiamo di sorridere.

Stiamo in casa ma non incollati alla televisione o ai social, prendiamoci cura del tempo che abbiamo.

Manteniamo il contatto anche telefonico con i nostri amici e i familiari lontani, per darci reciprocamente coraggio.

Parliamo, giochiamo con i nostri bambini, trasmettiamo loro gioia e fiducia.

Recuperiamo fiducia nelle nostre risorse personali.

Ricordiamo quante volte abbiamo superato situazioni difficili o drammatiche.

Ricordiamo con gratitudine coloro che ci hanno aiutato.

Ricordiamo con gioia come noi abbiamo aiutato gli altri.

Prendiamoci cura dei nostri desideri, spendiamo bene il nostro tempo.

Riposiamo imparando a rallentare i ritmi.

In questo modo manteniamo la lucidità.

Proteggiamoci con consapevolezza

  • Immagine del redattore: Paola Foggetti
    Paola Foggetti
  • 30 set 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 23 ott 2021


ree

Da ottobre è di nuovo attivo lo spazio via Skype dedicato alla Supervisione Clinica in Psicoterapia per i colleghi italiani che operano all'estero.

La disponibilità, ovviamente, riguarda anche i colleghi che lavorano a Roma o in Italia, ma nella mia esperienza la richiesta delle supervisioni on line è maggiore da parte degli operatori che vivono fuori dall'Italia.

L'esperienza clinica ospedaliera e residenziale, la formazione molteplice in diversi approcci psicoterapeutici mi permette di accogliere le richieste di supervisione da colleghi cognitivisti e psicodinamici relazionali, per setting individuali, di coppia e di gruppo (vedi www.paolafoggetti.it)

Per richiedere un appuntamento scrivere un'e-mail all'indirizzo pa.foggetti@gmail.com

Procedura e normativa:

1) Le prime supervisioni di ogni singolo caso devono essere precedute da una relazione clinica da inviare via e-mail 2 giorni prima

2) Insieme alla relazione clinica il professionista deve firmare e inviare e firmare:

a) il consenso informato sulla privacy ai sensi della normativa vigente;

b) fotocopia di un documento di identità valido.


Immagine di copertina: opera di Giancarlo Minen

bottom of page